Con profonda tristezza la comunità scientifica e accademica, i suoi collaboratori, i suoi allievi ricordano la scomparsa, avvenuta il 23 settembre 2025, del Professor Antonio Cocozza, all’età di 69 anni.
Sociologo dei processi economici e del lavoro, docente stimato e collega generoso, è stato un punto di riferimento imprescindibile per quanti hanno avuto la fortuna di conoscerlo, lavorare con lui o formarsi sotto la sua guida.
Nato a Casamarciano nel 1956, dopo la laurea in Sociologia alla Sapienza di Roma, Antonio Cocozza ha intrapreso un percorso scientifico e accademico di grande rilevanza, collaborando con maestri come Guido Baglioni, Gino Giugni e Michele La Rosa. Professore ordinario all’Università Roma Tre, ha promosso numerose attività di ricerca e formative, ricoprendo incarichi istituzionali di rilievo: presidente del Corso di Laurea in Formazione e sviluppo delle risorse umane, direttore del Master in Politiche e strumenti per la direzione e la valorizzazione delle risorse umane e del Master in Processi organizzativi e manageriali nella scuola dell’autonomia. È stato inoltre vicedirettore del Dipartimento di Scienze della Formazione, delegato del Rettore per l’Alternanza Scuola-Lavoro (PCTO), coordinatore del Centro di ricerca CRES-IELPO, da lui fondato, e membro del Comitato scientifico del Centro DITES (Digital Technologies, Education & Society), contribuendo anche alla rivista Quaderni di Comunità.
Parallelamente, per diversi anni, ha insegnato alla LUISS “Guido Carli”, dove ha diretto l’Osservatorio sulla scuola dell’autonomia, consolidando un impegno costante per l’innovazione della scuola come organizzazione complessa e per il legame tra università, sistemi formativi e mondo del lavoro.
Il suo servizio verso l’intera comunità accademica si è espresso anche attraverso numerosi incarichi istituzionali, sempre svolti con rigore, dedizione e una rara attenzione alla persona. Studioso di grande respiro, ha affrontato temi cruciali per la sociologia del lavoro e delle organizzazioni: la cultura organizzativa, l’innovazione, la governance inclusiva, la comunicazione d’impresa e la valorizzazione delle persone.
Le sue pubblicazioni costituiscono un corpus di riferimento per studenti e studiosi in Italia e all’estero. Tra i volumi più significativi ricordiamo Organizzazioni. Culture, modelli, governance (Franco Angeli, 2014), tradotto anche in spagnolo (Organizaciones. Culturas, modelos, gobernanza, Unión Editorial, 2021), e l’opera internazionale Understanding Organizational Culture: Innovation, Transparency, Leadership, Community (Springer, 2023). Negli ultimi mesi aveva dato alle stampe in spagnolo La acción inesperada. Ética, racionalidad y competencias (Unión Editorial, 2025). La sua produzione include inoltre studi su diversità e inclusione, legalità e sviluppo economico, scuola e politiche educative, lifelong learning, mercato del lavoro e trasformazioni del capitalismo contemporaneo.
I suoi contributi scientifici hanno ricevuto importanti riconoscimenti, tra cui il Premio Scanno (2006), il Premio Piero Romei ANP (2015) e il Premio Adriano Olivetti AIF (2016), a testimonianza di una ricerca capace di coniugare profondità teorica e impatto pratico.
Chi lo ha conosciuto personalmente conserva il ricordo di un uomo forte, rigoroso, buono, gentile e generoso. Ripeteva che nello studio delle organizzazioni si può scegliere di guardare ai conflitti o alla cooperazione: lui ha sempre privilegiato la seconda, nella scienza come nella vita. Era capace di ascolto profondo, di sguardi penetranti e di una curiosità intellettuale che sapeva valorizzare le persone intorno a sé. Non era soltanto un professore o un ricercatore: era un maestro che, con intelligenza e ironia, sapeva trasmettere passione, generare comunità e ricordare l’importanza di condividere tempo insieme, anche oltre l’accademia, in occasioni conviviali di confronto e amicizia.
La sua scomparsa rappresenta una grave perdita per il nostro Ateneo, per la sociologia italiana e internazionale e per tutti noi.
Ci lascia in eredità non solo una vasta produzione scientifica, che sarà oggetto di nuove letture e riflessioni, ma anche una testimonianza di vita e di umanità che continuerà a guidarci.
Lo ricordiamo con affetto e riconoscenza, conservandone memoria e insegnamenti con gratitudine.
I suoi allievi del CRES IELPO